Per poter determinare la nascita della roulette bisogna tornare indietro di molti anni. Per alcuni le origini sono attribuibili all’antica Grecia, ipotizzando che si facesse un uso rudimentale del gioco, usando le ruote dei carri. Altre congetture riconducono al popolo dei romani, che realizzò un prototipo, ancora allo stato grezzo di questo gioco, grazie ad uno scudo fatto girare su una punta di una lancia.
La vera nascita del gico della Roulette come la conosciamo oggi è Francese, infatti a volte si chiama Roulette Francese, o Franch Roulette.
Essa si attribuisce come nascita verosimilmente nel 1657, tramite il fisico e teologo francese Blaise Pascal, il quale durante un ritiro spirituale nel nord della Francia, in un monastero ha studiato il moto perpetuo e calcolando le basi sul calcolo delle probabilità, fece arrivare con una pallina d'avorio levigata a mano, su un tavolo girevole con 18 numeri di colore rosso e 18 di colore nero, più lo 0, per un totale di 37 numeri, dove lo zero stava ad indicare il giocatore 0 come asso piglia tutto. Ma dando la possibilità ovviamente di dividere e riconoscere il rischio anche all'utente giocatore che punta allo zero.
Le roulette usate nei casinò di Parigi, nel tardo 1790, avevano il colore rosso per il singolo zero e il nero per il doppio zero. A partire dal 1800, al fine di evitare confusioni tra i colori dei numeri e quelli degli zeri, venne introdotto il colore verde per questi ultimi. La roulette spopolò in tutta Europa, addirittura una storia narra di un Cardinale, Monsignor Mazzarino, che decise di aprire dei casinò, in varie località della Francia, per risanare le casse dello stato, sfruttando la popolarità del gioco in quel particolare momento storico.
Grazie ai coloni francesi, nel 1810, il gioco sbarcò sulle coste americane espandendosi velocemente da New Orleans al vecchio West, radicandosi maggiormente negli Stati Uniti occidentali, per il periodo storico ricollegabile all’età dell’oro. Fu proprio in questo momento che la roulette venne posta nella parte superiore del tavolo, per evitare che croupier e giocatori d’azzardo, con dei marchingegni, potessero barare. Alcune delle prime roulette americane avevano i numeri da 1 a 28, più uno zero singolo, un doppio zero e L’Aquila Americana.
La slot dell’Aquila, che è stato un simbolo della libertà americana, ha portato vantaggi ai vari casinò. Questa slot, oltre a rappresentare il patriottismo americano, dava la possibilità al banco di avere un vantaggio in più sul giocatore, infatti nel caso in cui la pallina d’avorio si fosse fermata sulla slot dove era raffigurato il simbolo dell’Aquila, il banco avrebbe vinto su tutti. Però, ben presto anche questa tradizione scomparve, e le caselle furono caratterizzate solo dai numeri di colore rosso e nero alternati. Oggi le roulette con la slot dell’Aquila sono molto rare da trovare, infatti ne esistono pochi esemplari al mondo e possono valere migliaia di dollari, se acquistati all’asta.
Mentre NEl CEntro Europa, In GERMANIA SI HA
L'eliminazione del doppio 00
Naturalmente, nel corso della storia, la roulette ebbe altri cambiamenti che l’hanno portata sino allo stato attuale. Fautori di queste modernizzazioni furono Francois e Louis Blanc, i quali rilevarono una casa da gioco ad Homburg, piccola cittadina tedesca, e per poter battere la concorrenza, innovarono la roulette, escludendo il doppio zero, (in modo che desse più probabilità di vittoria al giocatore) arrivando così al gioco come lo si conosce oggi.
Nel XIX secolo la roulette si diffonde in America ed Europa, diventando il gioco più famoso all’interno dei casino. Carlo III Ranieri di Monaco, per risollevare le casse del suo Principato, decise di far erigere un casinò, ma ebbe riscontri negativi e quindi decise di affidarsi a Francois Blanc. Quest’ultimo facendosi peso dell’incarico fondò un casinò in onore del principe, chiamandolo Monte Carlo, e grazie soprattutto alla peculiarità della roulette Francois riuscì nell’intento.
A Montecarlo la roulette con un solo zero diventa il gioco più importante e con il passare degli anni viene esportata in tutto il globo, ad eccezione degli Stati Uniti d’America, dove la versione con il doppio zero è rimasta predominante.